Gli effetti della Surgelazione e del congelamento sui
microrganismi
Il problema
della conservazione degli alimenti è di enorme importanza per ragioni
economiche, geografiche, politiche, climatiche, per l’incremento demografico e
per il continuo aumento dell’urbanizzazione. Alcuni alimenti si mantengono
inalterati per molti anni o indefinitamente.
I cereali,
in particolare, se sono protetti dai parassiti si alterano difficilmente, e per
contrasto, la conservazione degli alimenti carnei è estremamente difficile
poiché le proteine di cui sono ricchi rappresentano un ottimo substrato per
molti microrganismi; particolarmente attivi sulle carni sono i germi
putrefattivi che generalmente rendono tali alimenti inadatti al consumo. I
problemi igienici inerenti alla lavorazione delle sostanze alimentari si
riferiscono sia al rispetto delle norme di carattere generale (pulizia degli
ambienti e delle persone), sia alla necessità di impedire che i microrganismi o
parassiti dannosi per l’uomo invadano gli alimenti per i quali hanno
particolare affinità.
Conservare gli alimenti significa impedire o contrastare
il naturale processo di decomposizione in cui va soggetto tutto ciò che
proviene dal regno vegetale e animale, processo dell’irrancidimento dei grassi
e dall’azione di microrganismi che si nutrono delle sostanze organiche
componenti ogni prodotto vegetale e animale. Conservare significa anche
eliminare questi microrganismi o inibirne la loro azione.
La cottura è
una pratica antichissima attuata per migliorare il gusto dei cibi, per
sterilizzarli, per uccidere eventuali parassiti, per rendere i cibi talora più
digeribili e per distruggere alcune sostanze tossiche eventualmente presenti.
Considerando questi aspetti introduttivi si può
affermare che i fattori ecologici estrinseci come la Temperatura, ed in questo
caso la bassa Temperatura, hanno un’azione importante sulla crescita microbica.
Ogni
microrganismo presenta un intervallo di temperature entro cui può crescere,
determinato dalla temperatura alla quale sia gli enzimi che la membrana possono
svolgere le proprie funzioni. Nella Figura 5a è riportato un esempio
dell’effetto della temperatura sul tasso di crescita di un batterio. Come si
può vedere si possono individuare tre limiti di temperatura che sono:
- Minima: al di sotto non vi è più crescita in quanto le proprietà della membrana sono alterate non consentendo più il trasporto dei materiali all’interno della cellula.
- Ottimale: massimo tasso di crescita.
- Massima: al di sopra non vi è più crescita in quanto gli enzimi sono denaturati. Anche proteine e lipidi di membrana sono danneggiati.
Nel nostro caso ci soffermeremo su due tipologie
microrganismi: i Psicrofili e i Mesofili.
Nel primo caso perchè il tecnologo dovrà vedersela con i microrganismi che vivono a basse temperature, mentre nel secondo caso perchè si tratta dei microbi che sono maggiormante riscontrabili nelle produzioni alimenatari e che devono essere tenuti a bada.
I PSICROTROFICI sono quei microrganismi
in grado di svilupparsi alle temperature di refrigerazione degli alimenti (da
-5°C a +7°C). Hanno una grande importanza in quanto sono responsabili delle
alterazioni degli alimenti refrigerati. Fanno parte di questo gruppo specie di
batteri (Pseudomonas, Bacillus, Clostridium, Brochothrix, Carnobacterium e
altri), lieviti (Candida, Saccharomyces e altri) e muffe (Aspergillus,
Penicillium e altre).
Grazie ai
lipidi di membrana contengono un’alta percentuale di acidi grassi insaturi i quali
abbassando il punto di solidificazione consentono alla membrana citoplasmatica
di svolgere le proprie funzioni di assorbimento e trasporto dei nutrienti anche
a bassa temperatura. Inoltre a temperature superiori a 30°C vi è una minore
stabilità di alcuni enzimi.
I MESOFILI sono quei microrganismi la cui temperatura ottimale di crescita si aggira attorno
ai 25-45 °C. Solitamente
il termine identifica una certa tipologia di microrganismi che rappresentano quelli
maggiormente diffusi.
I mesofili
sono diffusi in ambienti molto diversi quali il suolo,
le acque dolci e di mare,
gli scarichi fognari, gli animali, il corpo umano. La temperatura ottimale di molti
mesofili patogeni è di 37 °C, all'incirca la normale
temperatura del corpo umano. Non tutti gli organismi mesofili sono patogeni,
molti di quelli innocui trovano importante utilizzo nella preparazione di cibi fermentati quali il formaggio e lo yogurt nonché nella produzione della birra
e del vino.
Altre
tipologie di organismi classificati sempre in base alla temperatura ottimale di
crescita sono gli psicrofili, che
preferiscono ambienti freddi, i termofili (ambienti caldi) e gli ipertermofili
(ambienti molto caldi).
Conservazione refrigerata
Conservazione
degli alimenti a temperature comprese tra -1-0°C fino a 5-10°C.
Le basse
temperature determinano un allungamento della fase lag e una riduzione del
tasso di crescita dei batteri psicrotrofi e allo stesso tempo inibiscono la
crescita dei mesofili, allungando la vita di conservazione degli alimenti.
I tempi di
conservazione dipendono da una serie di fattori, tra i quali sono determinanti
il livello iniziale di contaminazione, soprattutto di psicrotrofi, la natura
dell’alimento e l’impiego combinato con altre tecnologie di conservazione
(trattamenti preliminari dell’alimento come lavaggio e scottatura; atmosfera
protettiva, ecc).
Controllo dei microrganismi con la
temperatura
Effetti del congelamento
sui microrganismi
- Abbassamento della temperatura dell’alimento a valori di -18°C.
- Al di sotto nessun microrganismo è in grado di moltiplicarsi.
- Il congelamento determina un abbassamento dell’attività dell’acqua (a -18°C aw=0,841) e una concentrazione dei solidi disciolti, che influenzano l’attività dei microrganismi.
- Durante il congelamento di un alimento, una parte della popolazione microbica subisce danni irreversibili.
La
resistenza dei microrganismi al processo dipende:
- batteri Gram-negativi più sensibili dei Gram-positivi
- spore sono altamente resistenti
- cellule più sensibili in fase attiva di crescita
- velocità di congelamento: maggiore è la velocità di congelamento (18°C in meno di 30 min) minore è il danno cellulare
A basse
temperature si ha un processo noto come Inattivazione microbica.
Il termine inattivazione
microbica indica la soppressione dell'attività funzionale di un microrganismo, intesa come capacità di riprodursi
e di produrre molecole o reazioni enzimatiche evidenti e non
indica necessariamente la morte o più generalmente la scomparsa dello stesso (sterilizzazione),
anche se di fatto attualmente non è possibile distinguere un microrganismo
danneggiato non in grado di riprodursi ma ancora vivo da uno morto.
L'inattivazione
può riferirsi non all'intera popolazione di microrganismi ma piuttosto solo a
quella dei patogeni e in questo senso il termine è molto spesso legato alla
preparazione e alla conservazione di alimenti (es.: nel latte pastorizzato i microrganismi patogeni vengono
inattivati, ma altri sopravvivono).
La crescita
batterica è controllata da diversi fattori tra cui la disponibilità di acqua,
nutrienti, sostanze antimicrobiche naturali, pH,
umidità e temperatura. Un controllo di questi fattori può garantire
l'inattivazione dei microrganismi. Vi sono diversi metodi per inattivare
organismi viventi tra cui:
- calore: sia alte (riscaldamento) che basse (congelamento) temperature: (autoclave, pastorizzazione, ecc)
- radiazioni ionizzanti (irradiazione γ, X) o non ionizzanti (UV, infrarossi, microonde)
Queste due
metodiche sono le più utilizzate su larga scala e per molteplici usi; per usi
soprattutto alimentari vi sono:
- alte concentrazioni saline
- conservanti
- atmosfera controllata (sostituzione dell'aria con miscele di gas diversamente combinati (es. azoto, anidride carbonica, ossigeno)
- pH
- alte pressioni idrostatiche
- corrente ad alto voltaggio
I
microrganismi esposti ad un agente inattivante non ne vengono inattivati tutti
allo stesso tempo, ma seguono una cinetica di tipo esponenziale come la curva a
destra. Questa è una cinetica di 1º ordine e può essere descritta dalla
equazione sottostante:
dove N0
è il numero di microrganismi vitali all'inizio del trattamento, Nt è
il numero di microrganismi vitali al tempo t e N0/Nt
è il grado di inattivazione.
Non tutti i
microrganismi hanno la stessa resistenza ai processi di inattivazione, e questo
dipende dalle loro caratteristiche intrinseche (maggiore o minore tolleranza al
calore, al pH, ecc). Esistono 2 parametri che indicano l'efficienza di un
trattamento antibatterico:
- D-value è il tempo necessario per ridurre il numero dei microrganismi sopravvissuti ad un determinato trattamento di un fattore 10 (diminuzione del 90% della carica batterica). È un valore indipendente dal numero di organismi iniziale
- Z-value rappresenta il valore (espresso in gradi °C) di incremento di temperatura richiesto per ridurre di un fattore 10 (diminuzione del 90%) il valore D di un organismo.
Ecco come si
presenta la resistenza termica di una popolazione di batteri (sospesa in un
terreno nutritivo liquido) esposta ad una temperatura costante di X°C per un
determinato periodo di tempo.
Se
riportiamo graficamente il numero (UFC/ml) dei batteri sopravvissuti nel tempo
avremo la curva di sopravvivenza termica della popolazione microbica.
Se
riportiamo gli stessi valori su una carta semilogaritmica (asse x lineare e
asse y diviso in parti uguali ogni una delle quali rappresenta un ciclo
logaritmico) avremo una retta in cui per ogni ciclo log il 90% della
popolazione risulta uccisa dal trattamento, ovvero il 10% della popolazione
sopravvive
Tempo di riduzione decimale
La pendenza
della retta è direttamente correlata al tempo di riduzione
decimale, D.
D è il tempo
necessario, ad una data temperatura, a ridurre la popolazione microbica del 90%
o di un logaritmo, o, che è la stessa cosa, a ridurre ad 1 decimo la
popolazione iniziale.
Il valore di
D diminuisce all’aumentare della temperatura.
Il tempo di
riduzione decimale può essere calcolato con la seguente equazione:
D=t/logNo-logNt
dove: No
è il numero di microrganismi presenti prima del trattamento e Nt è
il numero di microrganismi presenti dopo un tempo t di trattamento termico.
Costante di resistenza termica (z)
Il valore di
z è definito come l’incremento di temperatura necessario per ridurre del 90% o
di un ciclo logaritmico il valore di D. Esso è calcolato riportando
graficamente il log dei valori di D alle rispettive temperature, ovvero:
z=T2-T1/logDT1-logDT2
Dove: T1
e T2 rappresentano, rispettivamente la temperatura più bassa e più
alta dei trattamenti termici applicati, mentre, DT1 e DT2
i rispettivi valori di D.
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Il congelamento degli alimenti può essere
effettuato mediante raffreddamento rapido oppure lento. Il quick freezing o
Fast freezing, e il processo attraverso il quale la temperatura degli alimenti
viene portata a circa meno 20 gradi centigradi entro 30 minuti.
Questo
trattamento può essere realizzato per immersione diretta dei prodotti
confezionati in liquidi criogenici, per contatto indiretto dell'alimento con un
mezzo refrigerante o facendo circolare tra gli alimenti da congelare un flusso
di aria fredda forzata. Lo slow freezing e invece il processo che consente di
raggiungere la temperatura desiderata in 3- 72 ore ed è essenzialmente il
metodo di congelamento degli apparecchi domestici. In termini di qualità del
prodotto il quick freezing è più vantaggioso rispetto allo slow freezing.
È stato dimostrato che numerose specie microbiche possono crescere a temperature pari o inferiori a 0 gradi centigradi, tale capacità dipende, oltre che da caratteristiche intrinseche del microrganismo, anche da altri fattori, qual'è il contenuto di nutrienti, il pH e la disponibilità di acqua allo stato liquido.
Il
valore di AW degli alimenti diminuisce quando la temperatura scende sotto il
punto di congelamento, la relazione tra temperatura e AW dell'acqua e del
ghiaccio e riportate in tabella. Il valore aw è per l'acqua a 0 gradi
centigradi ma scende a 0,8 per l'acqua -20 gradi centigradi ea 0,62 per l'acqua
-50 gradi centigradi.
È scientificamente dimostrato che gli effetti del
processo di congelamento sulle cellule vitali, quali batteri ed altri
microrganismi, come pure sugli alimenti, sono complessi. La risposta dei
microrganismi alle temperature inferiori a 0 gradi centigradi sarebbe in gran
parte determinata dalla concentrazione dei soluti e dal congelamento
intracellulare, sebbene ciò sia stato dimostrato chiaramente solo in alcuni
casi.
Perché solo certi batteri, ma non tutte le cellule, vengono uccisi dal
congelamento?
A differenza della maggior parte dei batteri alcuni
organismi piccoli microscopici sono incapaci di sopravvivere al congelamento,
ne sono un esempio il virus responsabili della malattia api idee bocca e la
gente della trichinellosi. In assenza di composti proteici i protozoi sono
generalmente uccisi quando vengono congelati a temperature inferiori a - 5 o -
10 gradi centigradi.
La sopravvivenza di microrganismi al congelamento ha grande importanza per il processo di scongelamento punto congelamento e scongelamento i ripetuti possono distruggere i batteri per rottura della membrana cellulare, inoltre quanto più rapido e lo scongelamento, tanto maggiore è il numero di batteri che sopravvivono, anche se le ragioni di tale fenomeno non sono ancora ben chiari.
Dall'elenco riportato dei cambiamenti che avvengono
durante il congelamento risulta evidente che il processo di scongelamento
diventa critico se porta al ripristino delle attività vitali. È stato osservato
che lo scongelamento è intrinsecamente più lento del congelamento e ha un
andamento potenzialmente più dannoso tre problemi associati allo scongelamento
di campioni e prodotti e scambio energia termica sostanzialmente per conduzione
vi sono i seguenti.
È stato dunque appurato
che i microrganismi muoiono più nel corso dello scongelamento che durante il
congelamento. Il motivo per il quale alcuni microrganismi riescono a
sopravvivere al congelamento e altri no dipende dalla capacità di sopravvivere
alla disidratazione e di andare incontro a disidratazione quando il mezzo di
coltura congela. Per quanto riguarda la capacità di sopravvivere alla
liofilizzazione si è osservato che potrebbe essere dovuta al fatto che i
batteri non congelano ma semplicemente si disidratano.
Tra gli effetti che le basse temperature hanno sulla crescita e sull'attività dei microrganismi di origine alimentare ricordiamo che i psicotropi hanno un metabolismo più lento. Le ragioni precise per le quali le reazioni metaboliche sono rallentate alle basse temperature non sono ancora del tutto comprese. Con la riduzione della temperatura la crescita dei degli psicritrofi diminuisce più lentamente di quella dei mesofili. Diversi ricercatori hanno dimostrato che i coefficienti di temperatura per alcuni substrati come acetato e glucosio sono più bassi per gli psicotrofi in fase di crescita che per i mesofili.
Qui di seguito riportiamo una parte di un lavoro di ricerca pubblicato dove viene spiagata la relazione vita cellulare- reazioni chimiche ed informazione genetica.
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