La Tecnica della Surgelazione
La surgelazione
è un trattamento che consente la conservazione di
derrate alimentari per lungo tempo portando la temperatura a -18°C. Si differenzia dal congelamento
sia per temperature che tempi d'applicazione del trattamento.
Il
surgelamento rallenta il deterioramento del cibo e, sebbene possa fermare il
proliferare di microorganismi, non necessariamente li uccide. Molti processi
enzimatici sono soltanto rallentati dal freddo. Quindi è consuetudine
interrompere l'attività enzimatica prima del surgelamento, attraverso blanching
(scottatura) oppure con additivi (mai
conservanti, proibiti per legge).
Il Principio di base
Nel momento
in cui si scalda un alimento e si applica il raffreddamento veloce ad un
alimento, un ortaggio o un filetto di pesce, cioè ad un tessuto vegetale o
animale, si osserva una diminuzione della temperatura dalla superficie del
prodotto al suo interno. Ad un certo punto l'acqua contenuta nel prodotto
cambia di stato trasformandosi in cristalli di ghiaccio.
Se il
processo di raffreddamento è lento i cristalli iniziali tendono a crescere di
dimensione (processo del congelamento) agglomerando l'acqua vicina,
provocando parziale disidratazione e rottura delle pareti e delle membrane
cellulari, causando normalmente, dopo lo scongelamento, una perdita di
turgidità dei tessuti e una perdita di liquido tissutale e dei nutrienti in
esso solubilizzati.
Una elevata
velocità di raffreddamento (processo di surgelamento) invece, promuove una
cristallizzazione uniforme del tessuto di piccoli ed omogenei cristalli; tanto
più è veloce il raffreddamento tanto più si riducono i danni al tessuto,
vegetale o animale, del prodotto che si intende trattare, con il risultato che
allo scongelamento il prodotto sarà molto simile al prodotto fresco in termini
di turgidità, valori nutrizionali ed organolettici.
I processi
produttivi sono regolati in Italia dal decreto legislativo
n° 110 del 27 gennaio 1992, il quale recepisce una direttiva europea che ha validità in tutti i
paesi dell'Unione. Tale Decreto Legislativo regola minuziosamente la
produzione, la distribuzione e la vendita degli alimenti surgelati. In
particolare il D.Lgs. Prescrive che, il prodotto surgelato sia confezionato, e
la confezione in particolare deve garantire:
- L’integrità dell'alimento
- Deve essere aperto solo dal consumatore
- Tutte le indicazioni previste per legge riguardo modi e tempi di conservazione
- Le istruzioni per lo scongelamento e il consumo
Il Decreto
legislativo 110/1992 definisce nell'art. 2 cosa è il Surgelato:
Per alimenti
surgelati si intendono i prodotti alimentari:
a) Sottoposti ad un processo di congelamento,
detto " surgelamento" , che permette di superare con la rapidità
necessaria, in funzione della natura del prodotto, la zona di cristallizzazione
massima e di mantenere la temperatura del prodotto in tutti i suoi punti, dopo
la stabilizzazione termica, ininterrottamente a valori pari o inferiori a - 18
°C
b) Commercializzati come tali.
Si tratta
sostanzialmente di una forma di congelazione ultrarapida che si effettua
portando in pochi minuti (massimo 4 ore) la temperatura del prodotto a -30 °C,
-40 °C. Il contenuto idrico dei tessuti vegetali e animali forma
microcristalli
di ghiaccio, che non ledono le pareti cellulari; dopo lo scongelamento quindi,
il prodotto ha effettivamente tutte le caratteristiche di quello fresco.
I fattori
che regolano la velocità del congelamento, sono di diverso tipo:
ESTERNI:
•Natura del
mezzo refrigerante;
•Temperatura
del mezzo raffreddante,
•Eventuale
sistemadi agitazione;
•∆T °C (differenza
di temperatura) alimento –mezzo raffreddante;
•Spazio di
testa;
•Packaging (imballaggio
primario);
INTERNI:
•Conducibilità
e densità dell’alimento;
•Temperatura
iniziale;
•Area
dell’alimento disponibile per il trasferimento di calore;
•Grandezza
dei pezzi di alimento;
Classificazione
degli impianti sulla base della velocità di congelamento:
ØCongelatori lenti(0,2 cm/h) (celle frigo)ØCongelatori veloci(0,5 – 3 cm/h) (aria forzata e a
piastre) ØCongelatori rapidi(5 – 10 cm/h) (a lettofluido)
ØCongelatori ultrarapidi(10 – 100 cm/h) (criogenici)
(CO2, N2, aria)
Il
surgelamento rallenta il deterioramento dell’alimento e, sebbene possa fermare
il proliferare di microrganismi (l’accrescimento microbico si ha in un ampio
intervallo di temperatura – 18 °C -+ 73 °C, gli PSICROFILI si accrescono in un
intervallo che va da – 10 °C a + 20 °C) non necessariamente gli uccide. Molti
processi enzimatici sono soltanto rallentati dal freddo.
E' consuetudine
interrompere l’attività enzimatica prima del surgelamento, attraverso blanching
(per i vegetali pretrattamenti di scottatura in acqua o vapore 70 °C-105 °C)
oppure con l’uso di additivi, ad esclusione dei conservanti (E200-E299),
proibiti per legge.
L’azione
conservante del congelamento si esplica mediante la combinazione di una serie
di fattori:
•Bassa
temperatura;
•Riduzione
dell’attività dell’acqua;
•Eventuali
pretrattamenti (blanching);
Le
conseguenze sono:
•Blocco
dello sviluppo microbico,
•Consistente
rallentamento delle reazioni chimiche ed enzimatiche;
Valore
nutritivo degli alimenti congelati e surgelati
Gli alimenti
che sonosottoposti a questo tipo di conservazione mantengono quasi
completamente le proprietà organolettiche(texture, gusto, aroma, aspetto,
colore) e nutritive dei prodotti freschi ma, una volta scongelati, non possono
essere nuovamente congelati e devono essere,
necessariamente, consumati entro breve termine.
Le categorie
alimentari che possono essere sottoposte a surgelazione sono la carne e i
derivati, il pesce, le verdure e gli ortaggi, i prodotti lattieri caseari, gli
alimenti precotti.La differenza tra la surgelazione e il congelamento è che nel
primo caso fast -freezing (congelamento rapido, procedimento industriale) le
basse temperature sono raggiunte più rapidamente (in un tempo massimo di 4 ore)
fino al cuore dell’alimento, in questo modo l’acqua e i liquidi cellulari
solidificano, piccoli cristalli di ghiaccio si formano sia all’interno, sia
all’esterno della cellula.
I danni ai tessuti sono scarsi, ed è regolata da una
legge (Decreto legislativo n.110 del 27 gennaio 1992); nello slow -freezing
(congelamento lento, procedimento casalingo), invece i tempi più lunghi
determinano la formazione di cristalli di ghiaccio negli spazi intercellulari.
Poiché il ghiaccio ha una bassa tensione di vapore, l’acqua all’interno della
cellula tende a passare verso il ghiaccio determinando una disidratazione
permanente della cellula anche dopo lo scongelamento.
Danni ai
tessuti rilevanti, conperdita di turgidità e una perdita di liquido tissutale e
dei nutrienti in esso solubilizzati (come ferro e vitamine e altre importanti
elementi). Non ci sono normative di riferimento ma è necessario attenersi a
fondamentali norme igieniche e buone prassi di lavorazione.
In generale,
minore è la temperatura di congelamento, minori sono le reazioni alterative di
tipo microbiologico e biochimico. Non abbiamo un’inattivazione completa degli
enzimi e i microorganismi hanno comportamenti differenti. La resistenza alle
basse temperature varia con il tipodi microrganismo. Le cellule vegetative di
lieviti, muffe e Gram - (coliformi, salmonelle spp) sono più facilmente
distrutte. I Gram + (Staphylococcus aureus e enterococchi) e le spore delle
muffe sono molto più resistenti.
Le spore
batteriche sono in pratica insensibili. La surgelazione è un trattamento
soprattutto batteriostatico, non battericida, quindi non può risanare un
alimento inquinato. Ciò che è importante è che alle temperature di congelamento
tutti i microrganismi sono quiescenti, quindi non danneggiano il prodotto.