I Principi Fisici dietro il
Raffreddamento
Andiamo ora a calcolare il decadimento della temperatura nel tempo t, quando un corpo ad una certa temperatura iniziale, si raffredda in un ambiente a temperatura minore. Questa teoria è applicabile a tutti quei dispositivi che si riscaldano e che per un certo tempo non possono essere toccati e le applicazioni vanno anche fino ai circuiti elettronici di potenza.
Si sa che la distribuzione delle temperature nella trasmissione per conduzione del calore, sia in regime stazionario e non, viene regolata dalla equazione di Fourier a tre dimensioni data da:
con ρ densità e c calore specifico a pressione costante del mezzo. α è detta diffusività. Il termine qv è relativo alla potenza di calore assorbita o persa dal sistema (temine di sorgente o pozzo).
Inoltre vale anche in maniera più semplificata la relazione di Fourier nella trasmissione di calore unidimensionale, che è data, per unità di superficie trasversale alla propagazione del calore, da:
con k conducibilità termica.
Andiamo a esaminare il caso di raffreddamento di un corpo. Se ipotizziamo una lastra metallica quadrata di lato l e spessore d ad una certa temperatura T, si può arrivare a determinare la legge di raffreddamento nel tempo, considerando congiuntamente i fenomeni di conduzione attraverso la sezione della lastra, la convezione vicino alla lastra e l'irraggiamento provocato dalla temperatura della lastra stessa. Esaminiamo il caso di convezione. Infatti s'ipotizza che vi sia a contatto della superficie della piastra uno strato laminare di aria dove il calore si trasmette per convezione, la cui profondità è nell'ordine dei millimetri. La quantità di calore per unità di tempo che viene scambiata per convezione è data da:
D'altro canto, nella lastra la quantità elementare di calore che fluisce tra due sezioni vicine distanti in temperatura è data da:
Considerando l'irraggiamento, l'equazione di trasmissione del calore e' della stessa forma di quella di convezione per cui, applicando anche per questo caso la condizione al contorno sulla superficie della lastra, uguagliando flusso di calore per conduzione e per irraggiamento si giunge all'equazione differenziale:
Sommando i due casi di convezione ed irraggiamento, l'equazione differenziale diventa:
Manipolando ancora un po', si ottiene:
con ha = hc + hi
Valendo l'ipotesi tacitamente ammessa, di linearizzazione per piccole variazioni di temperatura. Il risultato dell'equazione e' la seguente funzione di temperatura nel tempo, che da' la legge di raffreddamento da una temperatura Tc ad una Ta.
La quantità
Per il calcolo dei coefficienti hc e hi occorre riferirsi alle teorie della trasmissione di calore per conduzione ed irraggiamento.
Nell'ambito della convezione si ha che il coefficiente hc e' legato al numero di Nusselt, secondo la relazione:
dove Nu è il numero di Nusselt, Lc la dimensione della zona di convezione, ovvero la larghezza dello strato laminare nell'aria nel nostro caso e k la conducibilità dell'aria.
Il numero di Nusselt e' legato all'andamento del numero Ra di Rayleigh, che è il prodotto tra il numero di Grashoff Gr e il numero di Prandtl Pr. Si ha che
è il numero di Grashoff
e quindi
Dove, riepilogando
g e' l'accelerazione della gravità
β il coefficiente di dilatazione dei gas perfetti, pari a
Lc dimensione caratteristica della convezione
ν viscosità dinamica del fluido
α viscosità dinamica del fluido
Se
Si ha che Nu = 0.59Ra0.25 ovvero si e' in convezione naturale con regime laminare;
se
Nu = 0.13Ra0.33
Il nostro caso sarà il primo dei due.
Per l'irraggiamento hc deriva dalla legge della potenza di calore per unità di superficie irradiata da un corso grigio che vale
Confrontando con l'equazione della quantità di calore trasmessa per irraggiamento vista precedentemente, si ricava che
In questa formula σ0 e' il coefficiente di Stephen - Boltzmann, che vale , mentre a e' il coefficiente di assorbimento del corpo irradiante, assimilato ad un corpo grigio.
Da un punto di vista Atomico
Lo studio di sistemi atomici a bassissima temperatura
richiede di sottrarre agli atomi energia cinetica. Considerando che la velocità
degli atomi, a temperatura ambiente, è a seconda della massa atomica
dell’ordine di 100-1000 m/s, e volendo ottenere velocità molto basse ed elevate
densità senza che siano variate le proprietà intrinseche del sistema, per
temperature superiori a quella di condensazione del gas si può raffreddare il
sistema stesso sfruttando le collisioni degli atomi con le pareti fredde del
contenitore.
Volendo, invece, raggiungere velocità corrispondenti a temperature
dell’ordine di 10−6 K, si possono utilizzare tecniche di r. laser che
hanno costituito la motivazione per l’assegnazione del premio Nobel per la fisica nel 1997 a C.
Cohen-Tannoudji, S. Chu e W.D. Phillips. In tali tecniche si diminuisce
l’energia cinetica degli atomi utilizzando l’impulso scambiato tra un fotone e
l’atomo durante i processi di assorbimento ed emissione di luce. Se un atomo di
massa M si muove in verso opposto a quello di un fascio laser di
frequenza ν per ogni fotone che egli assorbe, stante il principio della
conservazione della quantità di moto, la sua velocità deve variare della
quantità (detta velocità di rinculo) vr=hν/(Mc),
dove h è la costante di Planck, c la velocità della luce nel
vuoto e hν/c l’impulso del fotone. Nel caso, per es., della transizione D2
di un atomo di sodio dotato di una velocità di circa 1000 m/s, per arrestarlo è
sufficiente che esso subisca circa 33.000 processi di assorbimento.
Dopo ogni
assorbimento di un fotone l’atomo dovrà diseccitarsi con un’emissione spontanea
prima di poter assorbirne un altro: poiché l’emissione spontanea avviene in una
direzione casuale, in media tale processo non varia la velocità dell’atomo. Un
ciclo di assorbimento e riemissione può impiegare un tempo dell’ordine della
vita media τ dello stato eccitato dell’atomo, che è di qualche decina di
nanosecondi, sicché per assorbire il numero di fotoni sufficienti per l’arresto
bastano alcuni millisecondi. Il tempo effettivamente impiegato, oltre che dal
valore di τ, dipende da diversi fattori, quali la frequenza e
l’intensità della radiazione laser.
Il valore inferiore limite della
temperatura raggiungibile è dato dalla competizione di due fenomeni: il primo è
connesso alla circostanza che l’indeterminazione finale sulla velocità degli
atomi non può essere inferiore a quella corrispondente al rinculo per emissione
di singolo fotone; il secondo consegue dalla circostanza che l’emissione
spontanea non modifica il valore medio dell’impulso atomico, ma ne aumenta
l’indeterminazione.
Il primo processo dà luogo a una temperatura limite (detta
temperatura di rinculo) Tr=(hνL/c)2/(Mk),
dove νL è la frequenza della radiazione laser e k la
costante di Boltzmann; il secondo processo conduce invece a una temperatura
limite (detta temperatura Doppler) TD=h/(4πτk).
Temperature inferiori a questi limiti possono essere conseguite facendo seguire
al r. laser un’espansione adiabatica del campione di materia da raffreddare. In
tal modo sono state ottenute dal gruppo di W. Ketterle nel 2003 le minime temperature
conseguite in laboratorio (0,5 × 10−9 K).
Le Leggi di Boyle-Mariotte
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